Il 19 Novembre 2021, al Palladium di Roma, l’Associazione Nazionale Critici di Teatro ha consegnato il riconoscimento per lo spettacolo‘A Cirimonia – messo in scena e interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, su testo di Rosario Palazzolo – premiato nell’edizione ANCT 2020, senza la cerimonia di consegna dei premi in presenza, causa pandemia.
La motivazione del premio:
“A Cirimonia, l’impossibilità della verità, messo in scena ed interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, su testo di Rosario Palazzolo, è un poetico canto alla ricerca di una struggente verità nascosta fra i frammenti della memoria e delle piccole cose che si fa parola, sogno, gesto meditato e lieve.
Il congegno drammaturgico di Palazzolo, dalla grande forza espressiva in un tempo sospeso e disperato, è un perfetto gioco linguistico che mescola suoni e segni e che mirabilmente è trasferito sulla scena dal duo Vetrano e Randisi. “U masculu e a fimmina” sono due personaggi dalle molteplici coloriture, che si interrogano crudeli, spaventati, ingenui o speranzosi, perfettamente inseriti in un meccanismo teatrale carico di tensione e verità insieme, dentro uno spazio scenico curato da Mela Dell’Erba, fatto di oggetti sbilenchi come la memoria e in una atmosfera rarefatta e soffusa , luci di Max Mugnai, fra suoni e note, musica di Gianluca Misiti, acuiscono l’inquetitudine e lo straniamento di una cerimonia condannata a ripetersi all’infinito”.
Il Premio è opera di Santuzza Calì che donò il disegno diventato simbolo del Premio ANCT
Con lo spettacolo ‘A Cirimonia, Enzo Vetrano e Stefano Randisi vincono il Premio Nazionale della Critica 2020, con la seguente motivazione:
“Allo spettacolo ‘A Cirimonia messo in scena ed interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi lavorando – su testo di Rosario Palazzolo – ad una struggente verità nascosta tra i frammenti della memoria dei loro personaggi che s’interrogano crudeli e spaventati”.
Il premio è stato assegnato il 5 dicembre 2020 con una diretta Facebook sulla pagina dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro, rilanciata su altre piattaforme, siti e pagine nazionali.
Nonostante le limitazioni dovute alla pandemia e le grandi difficoltà che il mondo dello spettacolo ha dovuto affrontare nel corso della stagione teatrale, l’Associazione Nazionale Critici di Teatro ha deciso di assegnare ugualmente i Premi Anct, per dare un segnale di grande attenzione alla vitalità e all’importanza strategica per la cultura italiana, del comparto teatrale, fortemente penalizzato dall’emergenza Covid-19.
‘A Cirimonia (L’impossibilità della verità), di Rosario Palazzolo, interpretazione e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi, va in scena in prima assoluta il 26 e 27 luglio 2020 ore 21.00 nell’ambito del Napoli Teatro Festival, al Palazzo Reale – Cortile delle Carrozze.
‘A Cirimonia è uno spettacolo che, con un gioco linguistico dai ritmi molto serrati e un meccanismo teatrale carico di tensione, ci fa scorgere una verità nascosta tra i frammenti di memoria dei due personaggi che agiscono sulla scena.
‘U masculu e ‘A fimmina sono pronti, hanno indossato il loro costume, assunto le identità che servono per celebrare una cerimonia: un compleanno, presumibilmente, con tanto di torta e candeline. Ma prima devono rievocare un fatto, rivivere un ricordo che appartiene a entrambi e che solo assieme potranno ricomporre. Si interrogano reciprocamente con crudeltà e paura, attraversano incertezze ed entusiasmi, eccitazioni e abbattimenti, disperazioni e gioie improvvise e continuano a sentire voci, attorno a loro, voci di adulti e di bambini, minacciose o tormentate. E quando si illudono di aver capito, di aver trovato quello che cercavano, nel momento stesso in cui la verità balugina come un lampo accecante davanti agli occhi di tutti, allora il ricordo si azzera, e la verità rimane un non detto, qualcosa di inesprimibile, o forse da cancellare.
La scrittura di Palazzolo ha cadenza e ritmo incalzanti e lascia allo spettatore il compito di completare, ognuno per sé, un per- corso che lo spettacolo fa soltanto intravedere a squarci.
‘A CIRIMONIA
(L’impossibilità della verità)
DI ROSARIO PALAZZOLO INTERPRETAZIONE E REGIA ENZO VETRANO, STEFANO RANDISI SCENE E COSTUMI MELA DELL’ERBA LUCI MAX MUGNAI MUSICHE E SUONO GIANLUCA MISITI ELETTRICISTA ANTONIO RINALDI LE CANZONI DELLO SPETTACOLO SONO CANTATE DA RAFFAELLA MISITI LE VOCI REGISTRATE SONO DI ROSARIO PALAZZOLO E DEI PICCOLI ALBERTO PANDOLFO e VIOLA PALAZZOLO
Dal 16 al 26 luglio 2020 va in scena Lu cori non ‘nvecchia tratto dagli scritti di Nino Martoglio, regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, con 9 attori siciliani: Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Greta D’Antonio, Valentina Ferrante, Luciano Fioretto, Luca Fiorino, Lydia Giordano, Marcello Montalto, Manuela Ventura.
Lo spettacolo, inizialmente previsto a maggio 2020, si terrà nel cortile di Palazzo Platamone, per l’inaugurazione della stagione estiva del Teatro Stabile di Catania.
Lu cori non ‘nvecchia è un’antologia poetica del variegato mondo di Martoglio, un montaggio di testi teatrali, sonetti, poemi, articoli di giornale.
Ci siamo presi la libertà di creare, attraverso gli spunti Martogliani, un universo surreale che parla di umanità e di vita con la leggerezza e il dramma, l’ironia e la serietà di questo geniale scrittore.
Enzo Vetrano e Stefano Randisi
LU CORI NON ‘NVECCHIA
dall’opera di Nino Martoglio
elaborazione dei testi, adattamento e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi
con Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Greta D’Antonio, Valentina Ferrante, Luciano Fioretto, Luca Fiorino, Lydia Giordano, Marcello Montalto, Manuela Ventura
scenografa e costumista Mela Dell’Erba
regista assistente Carmelo Alù
luci Gaetano La Mela
audio Giuseppe Alì
la poesia A iatta è musicata da Puccio Castrogiovanni
direttore di scena Armando Sciuto – attrezzista Alessandro Mangano – capo macchinista costruttore Santo Floresta – primi macchinisti Orazio Germenà, Sebastiano Grigoli – capo elettricista Salvo Orlando – elettricisti Salvo Costa, Gaetano La Mela – capo fonico Giuseppe Alì – fonico Luigi Leone – sarta Claudia Mollica
realizzazione costumi Riccardo Cappello
realizzazione scenografia Elio Di Franco
scene realizzate dal laboratorio di scenografia del Teatro Stabile di Catania
costumi realizzati dal laboratorio del Teatro Stabile di Catania
direttore tecnico e degli allestimenti Carmelo Marchese
La musica che accompagna Totò e Vicè fin dal loro ingresso è di Ezio Bosso, ed è tratta dal film “Io non ho paura”. Anni fa il Maestro venne in Romagna, a fare un concerto al Teatro di Longiano, organizzato dai nostri amici Giuseppe Mariani e Roberto Alessi. La sera noi avevamo spettacolo non ricordo dove, ma volevamo conoscerlo e ringraziarlo e quindi andammo nel pomeriggio in teatro mentre lui provava. Quando ci siamo avvicinati gli abbiamo raccontato di quanto lo ammiravamo e del fatto che il tema musicale che avevamo scelto per Totò e Vicé era quel suo brano bellissimo, che sembrava nato per loro. Alla fine del breve incontro gli regalammo un dvd del nostro spettacolo e salutandoci ci abbracciammo in un modo speciale, come se ci conoscessimo da sempre. Dopo pochi giorni lui consigliò ai suoi amici che gestiscono il teatro di Gualtieri, dove era di casa e provava spesso i suoi concerti, di prendere lo spettacolo nella loro stagione. Ovviamente quella sera lo invitammo. Lui era impegnato, ma volle essere comunque presente con un messaggio che fu letto agli spettatori. Il messaggio diceva che avevano fatto bene ad essere lì quella sera, perché Totò e Vicè era uno spettacolo da non perdere, ma non scrisse solo questo. Raccontò del nostro incontro a Longiano, e che in quell’occasione c’era stato fra di noi un abbraccio spontaneo molto sentito, anche se non ci eravamo mai visti prima, e che lui stesso era rimasto colpito da questa vicinanza. Poi, guardando il dvd di Totò e Vicé aveva capito: Totò e Vicé erano, per lui, un abbraccio, quell’abbraccio che ci eravamo scambiati e che ora il pubblico avrebbe sentito assistendo allo spettacolo.
Carissimo Maestro, i tuoi Totò e Vicé ti abbracciano come allora, e ogni volta che appariranno sul palcoscenico, accompagnati dalla tua musica, ti manderanno il loro pensiero e un inesauribile grazie.
La Compagnia Vetrano – Randisi è in tour con Quando la vita ti viene a trovare, Riccardo 3, Due stupidi sublimi (on air), Totò e Vicé, Ombre Folli, in molti teatri Italiani.
Con il Ravenna Festival va in scena in Prima Nazionale giovedì 20 Giugno 2019 ore 21 al Teatro Alighieri:
“Quando la vita ti viene a trovare – Dialogo tra Lucrezio e Seneca“
diIvano Dionigi interpretazione e regia Enzo Vetranoe Stefano Randisi conGianni Trovalusciflauto e tubi sonori
e Roberto Bellatallacontrabbasso musiche originali Alessandro Cipriani scene e costumi Mela Dell’Erba video e luci Antonio Rinaldi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazioneconRavenna Festival, Cooperativa Le tre corde – Compagnia Vetrano/Randisi.
La forza dei classici, sostiene Ivano Dionigi, è nell’essersi posti, ben prima di noi, quelle domande che ancora oggi sentiamo come fondamentali. Lucrezio e Seneca, a un secolo di distanza l’uno dall’altro, si sono occupati, con visioni profondamente opposte, di politica, di religione, della felicità, dell’amore e della morte.
Il primo, sostenendo l’otium e il vivere appartati, ritiene la religione frutto dell’ignoranza delle leggi della fisica e della natura e pertanto causa di paure e affanni; il secondo, fautore del negotium, coniuga la politica con la religio romana. È la duplicità del nostro tempo – politica o antipolitica, credere o capire, otium o negotium – messa in scena da due delle più acute voci di attori/autori dei nostri giorni. Per provare a intelligere, ad andare in profondità e indagare le relazioni tra le cose.
Giovedì 9 Maggio 2019 ore 21.00 la Compagnia Vetrano – Randisi prenderà parte a “XENOS: L’ALTRO”, la prima serata della rassegna “I Classici” organizzata dall’Alma Mater di Bologna, nell’Aula Magna di Santa Lucia.
La serata vedrà un confronto tra lo psicoanalista Massimo Recalcati e il filologo Piero Boitani, Enzo Vetrano e Stefano Randisi leggeranno alcuni brani dall’Odissea, a partire dal naufragio di Ulisse per proseguire con le varie richieste di ospitalità, raccolte o frustrate. Nella scaletta troveranno posto alcuni passi letti in Igbo, lingua parlata da milioni di persone in Nigeria e che sentiamo spesso accanto a noi.